giovedì 9 dicembre 2010

A Milano il Comune aiuta 20 mila famiglie in difficoltà

Il Comune di Milano ha preparato un pacchetto anti-crisi del valore di due milioni e mezzo di euro, per aiutare gli inquilini delle case popolari che hanno difficoltà a pagare l’affitto a Milano. Il sindaco Letizia Moratti, ha evidenziato che il provvedimento si traduce ‘praticamente nell’azzeramento del costo della casa per tutto l’anno’. Si stima che gli aiuti del comune saranno rivolti a circa 20 mila famiglie.

Il contributo che verrà erogato dal Comune di Milano sarà di un importo fisso di duecento euro all’anno per ogni nucleo che ne avrà diritto.

Per gli inquilini delle case popolari che sono in condizioni disagiate un anno di affitto costa 240 euro. Con l’incentivo del Comune, in questi casi particolarmente difficili, quindi, si potrà abbattere la spesa degli affitti dell’80%.

Il sindaco, Letizia Moratti, ha dichiarato che ‘in un momento di difficoltà economica è una delle misure che abbiamo deciso di prendere per azzerare il costo dell’affitto a chi è in una condizione di disagio pesante’.

Già l’anno scorso era stato approvato un fondo straordinario, da oltre un milione e mezzo di euro, per fare fronte alla difficoltà a pagare l’affitto di molte famiglie che risiedevano negli alloggi pubblici del Comune.
Questo nuovo stanziamento di fondi sarà rivolto in particolare alle famiglie in difficoltà che sono rimaste escluse dal vecchio contributo. Saranno privilegiati gli inquilini in regola con i pagamenti delle bollette.
La giunta, inoltre, ha ristretto i tempi di realizzazione del nuovo quartiere popolare, composto da 325 alloggi, che nascerà in via Voltri, nella zona a sud di Milano. Gli appartamenti saranno venduti o concessi in affitto a canone speciale.

venerdì 3 dicembre 2010

L'appartamento in tempi di crisi? In condivisione

Come in ogni città universitaria che si rispetti, anche a Ravenna l’appartamento in condivisione è la soluzione abitativa preferita dagli studenti fuori sede. Ma anche per i lavoratori, dividere l’alloggio con una o più persone — magari mai viste prima — è un modo per contenere i costi, in attesa che il livello di reddito permetta una sistemazione più confortevole.


La via maestra per trovare l’appartamento e i coinquilini giusti è Internet. Un’indagine di kijiji.it, sito di annunci gratuiti (dalle case, alle offerte di lavoro, alle auto usate), evidenzia, da agosto ai primi di novembre, gli annunci pubblicati per appartamenti in condivisione in Emilia-Romagna siano aumentati del 35 per cento, arrivando a 3.500.

Ravenna, a dire il vero, sembra essere la provincia più ‘tiepida’ rispetto a questa soluzione, con soli 103 annunci (contro i 162 di Forlì-Cesena, i 402 di Ferrara e i 473 di Rimini, mentre Bologna naturalmente svetta con 2.784). Ma una ricognizione sui siti più battuti da chi cerca casa in affitto mostra un mercato comunque vivace, sia sul piano della domanda, sia dell’offerta. Spigolando a caso da easystanza.it (dove le camere disponibili a Ravenna erano 62) troviamo, tra gli altri, Ciro, studente venticinquenne che cerca un coinquilino per un appartamento sulla Romea, e Wendy, che mette a disposizione una camera in via Tommaso Gulli, «per studentesse o lavoratrici». Un altro sito, trova-casa.net, visualizza 72 offerte utili.

Molto variabili i prezzi: per una stanza singola si va da 200 euro tutto compreso a 350 utenze escluse, mentre per un monolocale — che, per brevi periodi, si presta anche a essere abitato da più persone — di solito si superano i 500 euro. Molte, sui siti, le stanze abitabili sia come doppie sia come singole, a seconda di quanto si è disposti a spendere e di quanto si è affezionati a privacy e comodità.

giovedì 25 novembre 2010

Cresce la domanda in affitto

A Roma un affitto costa in media da 30 a 80 euro in più che nel capoluogo lombardo, con i canoni che in entrambe le città si aggirano intorno ai mille euro mensili (987 euro il prezzo medio per un appartamento arredato in affitto a Roma e 957 euro a Milano). Con prezzi inferiori del 30% e oltre seguono Firenze (700 euro), Venezia (686 euro) e Napoli (616 euro). Le città capoluogo più economiche risultano Catanzaro (435 euro mensili), Campobasso (458 euro) e Perugia (482 euro).

In Italia il canone medio mensile di un'abitazione di 80 mq è di 526 euro nei comuni capoluoghi di provincia e di 306 euro nei restanti comuni (fonte: Nomisma).
In merito ai canoni praticati sul libero mercato, i comuni del Centro Italia sono quelli che fanno registrare i valori maggiori. Ad incidere sono soprattutto i mercati della Toscana assieme a quello della Capitale (anche se si esclude il mercato di Roma dalla media, il centro mantiene ancora il suo primato tra le circoscrizioni).
Circa il 60% delle famiglie versa canoni mensili compresi fra i 250 ed i 700 euro con una ripartizione pressoché analoga fra i tre range di valore dati (250-400 euro, 401-500 euro, 501-700 euro). Segue poi l'intervallo 700-1.000 euro che raccoglie il 17,4% delle famiglie, lasciando ruoli più che marginali ad importi superiori.

Il tempo medio per affittare in estrema sintesi è in media di quasi 2 mesi e mezzo per locare un appartamento, ma si va dai due mesi se la casa si trova nelle zone semicentrali della città, sino a oltre 3 se l'abitazione è in zona di pregio. Se ci riferiamo alle abitazioni nuove, i tempi medi necessari per locare una abitazione si riducono a circa un mese e mezzo.

Tra i livelli di gradimento rispetto ad alcune caratteristiche aggiuntive delle abitazioni in locazione è ancora basso l'appeal per le abitazioni efficienti sotto il profilo dei consumi energetici, mentre è assai apprezzata la presenza di posto auto oltre che di arredamento nell'appartamento, opzioni su cui, come si è visto, il mercato dà un premio quasi del 10% rispetto ad una abitazione che ne è priva. Di medio gradimento, infine, risultano essere le connessioni internet e la vicinanza a linee di trasporto pubblico.

Andare in affitto è anche diventato meno caro: nel primo semestre del 2010 il canone medio in Italia è calato dell'1,9%, con picchi del 3% in caso di abitazioni con garage. La riduzione dei costi è stata più evidente a Cagliari, Genova e Napoli, mentre si sono mosse in controtendenza Ancona, Trento e Roma, che hanno registrato gli incrementi maggiori. Il capoluogo sardo ha messo a segno una flessione da record, con i prezzi che nei primi sei mesi dell'anno sono stati mediamente più bassi del 10,7% rispetto allo stesso
periodo del 2009. Il calo a Genova è stato invece dell'8,3% e a Napoli del 7,6%; Bari ha registrato ribassi nell'ordine del 6,6% e Bologna del 6%. Meno evidente la riduzione di prezzi a Milano (-1,1%), Venezia (-1,2%) e Firenze (-1,4%). Sul fronte opposto, è sempre più costoso vivere ad Ancona (+5,2%), Trento (+4,1%) e Roma (+3,6%); aumentati di circa l'1% gli affitti a Palermo e Torino.

lunedì 15 novembre 2010

Il affitto meno caro rispetto al 2009

Il canone d’affitto è meno caro rispetto al 2009. Lo rivela una indagine di Nomisma in collaborazione con la rivista Solo Affitti. Secondo i dati pubblicati l’affitto casa costerebbe quasi il 10% in meno rispetto allo scorso anno. Sono più economiche le locazioni a Genova (8,3%) e a Napoli (7,6%); Bari ( 6,6%) e Bologna (6%). L’affitto nelle grandi città come Venezia e Milano rimane pressochè invariato o con ribassi intorno al 1%. Difficilmente, in questo caso, si percepisce la differenza positiva sul portafoglio. In aumento il costo dell’affitto ad Ancona (+5%) e a Roma (3.5%), quest’ultima in assoluto fra le città più care in fatto di affitti.


Mentre molti si chiedono se valga la pena affittare o comprare casa di questi tempi, vediamo più nel dettaglio quali sarebbero i costi indicativi per una casa in locazione e chi è, fra gli italiani, che affitta un immobile. Affittare a Roma e Milano un appartamento medio costa al mese circa 1000 euro (con una differenza di 50 euro a favore di Milano che è più economica). A Firenze servono 700 euro, a Venezia poco più di 650, a Napoli 600. Le città con affitti low-cost si trovano al sud: Catanzaro (430 euro), Campobasso (450) ma anche Perugia con poco meno di 500 euro al mese propone affitti abbordabili.

Chi è che cerca casa in affitto? Solitamente coppie giovani senza figli, persone separate, extracomunitari e single. Ma soprattutto studenti universitari fuori sede. Trovare la casa in locazione è abbastanza semplice e veloce: sempre secondo la ricerca di Nomisma e Solo Affitti basterebbe un mese e mezzo di ricerche per gli appartamenti nuovi. Per case già usate servirebbe un po’ di più: 2 mesi e mezzo circa.

lunedì 8 novembre 2010

I vantaggi dell'affitto

Affittare ha i suoi vantaggi, dicevamo. Se ad esempio non avete necessità, oppure siete disponibili a vivere in case piccole o fuori città, oppure siete riusciti ad avere una casa a equo canone, da un punto di vista finanziario riuscirete a mettere da parte più denaro per il vostro investimento mobiliare.

Sempre da questo punto di vista, non avere impegnato buona parte dei propri averi in una casa renderà la gestione della vostra situazione finanziaria molto più flessibile.

Come affittuario, avrete anche meno preoccupazioni in merito all’andamento della proprietà, sia a livello di impegno, sia a livello finanziario, visto che buona parte delle spese sono a carico del padrone di casa e non dell’inquilino.

Allo stesso modo avrete molto più margine di manovra rispetto a decisioni importanti della vostra vita che comportino un mutamento della vostra situazione immobiliare:
  1. cambiamento della città in cui si lavora;
  2. matrimonio;
  3. arrivo di un altro figlio…
Il costo a lungo permine dell'affitto

Quando si analizzano le cifre per fare il paragone tra affitto e acquisto, si scopre che possedere non è così costoso come sembra, e che magari costa poco più che affittare.

Ma non si può ovviamente trarre una conclusione da questa osservazione che, prima di tutto, è statica.

Infatti nel corso del tempo se il mutuo è a tasso fisso la rata non varierà, e le uniche voci che cambieranno saranno le tasse, l‘assicurazione e le spese di manutenzione; mentre l’affitto è soggetto a variazioni ogni anno, e quindi nel corso di 10, 20 o 30 anni la situazione è destinata a modificarsi drasticamente, soprattutto a causa dell’inflazione.

E in ogni caso, mentre alla fine di un lungo periodo di affitto non avrete nulla di vostro, alla fine del mutuo, anche se magari con maggiori sacrifici, avrete la vostra casa di proprietà.
Fonte: Soldionline.it

giovedì 4 novembre 2010

Il affitto costa 77% in più rispetto al 2001

L’affitto di una casa e i costi di mantenimento, in 9 anni sono aumentati del 77%. Lo rivela uno studio comparativo di Federconsumatori che mette a confronto il costo dell’affitto nel 2001 e nel 2010. Lo studio si basa su una casa in affitto di 90 metri quadrati in una zona semicentrale di una grande città, come Roma o Milano. Dall’analisi sono escluse le case vacanze.

Dal 2001 al 2010, quindi, i costi degli appartamenti in affitto sono lievitati: se 9 anni fa l’affitto mensile costava 650 euro, adesso ce ne vogliono – per lo stesso appartamento – ben 1.114. Sono aumentate anche le bollette, che hanno inciso per il 3% sull’aumento del canone di affitto: luce e gas costano di più (fino al 40%) e anche la tariffa della nettezza urbana (Tarsu) è passata dai 15 ai 25 euro in nove anni. Rincari anche per il riscaldamento domesticto, sopratutto se centralizzato. 

Anche i costi di manutenzione ordinaria sono aumentati, passando da poco più di 3 euro al mese agli attuali 14 euro. Unica voce in calo, le spese per la bolletta telefonica, scesa del 15% in 9 anni.

In definitiva, l’affitto di casa nel 2001, comprese le spese, arrivava a 848 euro/mese, mentre adesso, per lo stesso appartamento in affitto, di euro ne servono 1498, il 77% in più.

Per le case in vendita gli aumenti sono stati più contenuti: tra il mutuo casa e le bollette, nel 2001 si spendevano 730 euro al mese. Nel 2010, nonostante sulla prima casa non ci sia più l’ICI da due anni, per la casa di proprietà si spedondo 907 euro al mese, il 24% in più.

Le voci di spesa più salate sono il condominio (da 43 a 78 euro, aumento del 81%) e l’acqua (da 16 a 27 euro, aumento del 69%). Oltre, ovviamente, all’aumento di oltre il 100% della Tarsu.
Fonte: Nano Press

martedì 2 novembre 2010

Casa di Montecarlo, la firma del proprietario è uguale a quella dell’inquilino (Tulliani). E’ scritto nella richiesta di archiviazione dei pm romani

Lo scandalo della casa di Montecarlo continua a svelare nuovi risvolti, nonostante la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma. Infatti, nelle stesse carte con le quali i giudici romani chiedono l’archiviazione, ad un certo punto viene precisato che sotto il contratto d’affitto, le firme del locatore e del locatario «appaiono identiche». Il particolare, messo in rilievo da Lavinia Di Gianvito sul Corriere della Sera, sembra confermare il dubbio che Tulliani sia in realtà il proprietario dell’appartamento o quanto meno agisca in nome e per conto e in perfetta sintonia col proprietario.

Questo, osserva il Corriere, anche se l’inchiesta non ha tenuto conto del ruolo di Gianfranco Tulliani, «cognato» di Fini e inquilino dell’appartamento, “nella richiesta di archiviazione si precisa che, sotto il contratto d’affitto, le firme del locatore e del locatario «appaiono identiche»”.
Rincara la dosa il Giornale dei Berlusconi:

“Tra i documenti acquisiti dai pm, infatti, c’è anche il famoso contratto d’affitto tra il «cognato» Giancarlo Tulliani e la seconda società off-shore che ha comprato l’appartamento donato dalla contessa Colleoni ad An. E Tulliani quell’atto lo firma due volte: come affittuario e come proprietario dell’immobile.

“Nessun dubbio. Lo scrivono gli stessi magistrati capitolini: «Il contratto di locazione intervenuto tra il locatore Timara Ltd, priva della indicazione della persona fisica che la rappresentava, e il locatario Giancarlo Tulliani reca sotto le diciture “locatore” e “locatario”due firme che appaiono identiche, così come quelle apposte sulla clausola integrativa recante la data 24/2/2009, allegata al contratto».

“Linguaggio burocratico e un po’ sgrammaticato, ma chiaro: il «cognatino» ha firmato per sé e per la Timara”.
Sul Corriere, la Di Gianvito osserva anche che la Procura capitolina ha iscritto Gianfranco Fini nel registro degli indagati lo stesso giorno in cui “ha chiesto l’archiviazione dell’accusa appena contestata” (cioé il 26 ottobre). La rapidità con cui è stata vagliata la posizione del presidente della Camera, osserva la cronista del Corriere, “rischia di ridestare le polemiche, anche perché, finora, era emerso che Fini era stato iscritto quando il Principato di Monaco aveva inviato i documenti della rogatoria-bis, il 13 ottobre”.

Nella documentazione raccolta dai magistrati, osserva Di Gianvito, c’è anche un interrogatorio del senatore Francesco Pontone, ex segretario amministrativo di An. Pontone riferì l’interesse mostrato dal presidente della Camera nei confronti della vendita della casa: “Tra la fine di giugno e luglio 2008 il presidente Fini mi contattò per dirmi che l’appartamento di Montecarlo si vendeva e che il prezzo era di 300 mila euro. Mi precisò che la signora Rita Marino, sua segretaria particolare, mi avrebbe comunicato il giorno in cui mi sarei dovuto recare a sottoscrivere l’atto di compravendita. Io, fino al momento della stipula del contratto, non ho saputo chi fosse l’acquirente”.

Anche sulla quotazione di 300 mila euro al momento della cessione alla Printemps, prosegue l’articolo, “emerge una contraddizione”: «L’onorevole Donato Lamorte – riferisce ancora Pontone il 14 settembre – mi disse che era stato richiesto dal presidente Fini di un parere sul valore dell’immobile, in quanto Lamorte era esperto in materia perché geometra e, in passato, immobiliarista». Ma il deputato, interrogato il giorno successivo, alla domanda: «Lei ha esperienza nella valutazione degli immobili?», dà una risposta forse inattesa. «Certamente no – assicura – Ho espletato la mia attività professionale, in qualità di geometra, alla Società generale immobiliare di utilità pubblica e agricola con sede in Roma per 32 anni circa”.

Un articolo di Massimo Malpica e Gian Marco Chiocci, pubblicato sul Giornale, ha rivelato altri dettagli del faldone della Procura sulla richiesta di archiviazione. In particolare, i due giornalisti si chiedono come mai Giancarlo Tulliani non sia stato ascoltato come persona informata sui fatti, visto che i giudici romani lo avevano seguito per un po’ di tempo. In particolare, spiegano Chiocci e Malpica, i pm avevano scoperto (grazie a una relazione della Guardia di Finanza) dei bonifici “sospetti” effettuati dal conto italiano di Tulliani a quello monegasco: “Si rappresenta che Tulliani Giancarlo – scrive la Gdf – risulta segnalato dall’intermediario Unicredit Banca di Roma per aver effettuato il trasferimento di capitali all’estero in data 23.2.2009 per 25mila euro, in data 25.2.2009 per 25mila euro, e in data 4.3.2009 per 20mila euro, ossia nel periodo intercorrente tra la stipula del contratto di locazione con la Timara ltd, avvenuta il 30.1.2009, e l’autorizzazione da parte dell’amministratore del condominio all’effettuazione dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento in data 30.7.2009 e 3.11.2009″.

lunedì 25 ottobre 2010

Residenza e lavoro (falsi) agli stranieri per poche decine di euro

Anche la povertà può essere un business. Succede a Marghera, dove hanno scoperto che un paio di cittadini - chissà se sono gli unici - arrotondavano le entrate casalinghe offrendo lavoro e residenza agli immigrati. Casi singoli od organizzazione clandestina? Lo diranno le indagini dei carabinieri, chiamati a chiarire una vicenda che è inquietante ed è saltata fuori grazie al fatto che al Servizio sociale di Marghera controllano prima di erogare i contributi; e così capita di scoprire i furbi. Come i due cittadini che, in cambio di poche decine di euro, offrivano una residenza - pur non avendo mai visto nemmeno in fotografia la persona - e una dichiarazione di un fantomatico posto di lavoro.

È tutto quel che serve per avere il permesso di soggiorno ed è offerto su un piatto d’argento da gente che ha bisogno di soldi, anche pochi, per sopravvivere. Poveri, poverissimi, che si inventano un nuovo business. La raffinatezza del meccanismo è tale che a questi due cittadini è stato installato il telefono fisso in casa. Devono rispondere a chiunque chiami dicendo che effettivamente l’immigrato Tal dei Tali vive lì. E anche la sede del datore di lavoro è esattamente a quell’indirizzo. Tanto per far tombola, senza sprecare troppe energie. In questo modo si moltiplicano i quattrini. E poi, siccome non bastano visto che stiamo parlando di poveri disgraziati, allora vanno in Comune a chiedere aiuto per pagare le bollette o l’affitto.

Meme Pandin, che dirige il Servizio sociale a Marghera - 14 tra assistenti sociali ed educatori - ha deciso che in momenti di crisi economica come questo bisogna non sprecare i soldi dei contribuenti e, soprattutto, bisogna usarli bene, dandoli a chi ne ha bisogno. Anche perchè i quattrini sono sempre meno, mentre le richieste aumentano ogni giorno. «Stanno arrivando a chiedere aiuto le famiglie di chi ha perso il lavoro un paio di anni fa ed ha esaurito anche la cassa integrazione. Sempre di più. Italiani e stranieri. L’avevamo previsto, ma è un fenomeno da brividi al quale non siamo preparati. Oltre al fatto che non abbiamo soldi».

E Pandin non nasconde le critiche al Comune per poter gestire al meglio i quattrini. Basti dire che non esiste un sistema informatizzato che contenga tutti i nomi di coloro che chiedono contributi al Comune. Per cui succede che ci siano i furbi che fanno il giro di tutti gli sportelli, dalle Politiche sociali dove chiedono contributi vari, all’assessorato alle Politiche educative al quale chiedono i buoni pasto per i figli. Poi fanno una puntatina all’assessorato Casa e dicono che non riescono a pagare l’affitto. Infine vanno in Municipalità. E, nei ritagli di tempo, nelle parrocchie. Non che tirino su chissaché, ma sempre meglio di niente. «Finora nessuno è riuscito a garantire un database unico che possa essere consultato da tutti gli uffici». Non ci vuol molto: si presenta Caio, inserisci nome e cognome e vedi se ha ricevuto contributi da altri. «È una semplice questione di giustizia - dice Pandin -. Non bisogna premiare i furbi e poi è veramente indispensabile, in carenza di risorse, che i pochi soldi finiscano alle persone giuste».

È per questo che a Marghera controllano in più modi le erogazioni di contributi. E si tratta di un controllo che impegna non poco gli operatori del servizio: A Marghera gli assistenti sociali quando istruiscono una pratica cercano di attivare un rapporto di fiducia reciproca - «altrimenti credono che noi siamo un bancomat», sintetizza Pandin. Ma poi si fanno anche i controlli anagrafici perché succede che più di qualcuno si inventi due stati famiglia pur abitando nello stesso posto. In questo modo chiede due volte il contributo all’affitto, per esempio. E ci vuole pure un controllo con l’Inps delle pensioni, per vedere che non ci sia il nonno che vive in famiglia e butta la pensione nel calderone delle entrate familiari. Infine, se è il caso, controlli sul reddito e sulle proprietà. Ebbene, questi controlli incrociati - ripete Pandin - non hanno lo scopo di mettere sulla graticola chi cerca di arrangiarsi per sopravvivere, ma servono ad indirizzare nel modo migliore le risorse.

E a proposito di risorse, c’è da dire che il Comune continua ad erogare contributi non sulla base delle richieste, ma sulla base di un dato storico. «Non ha senso. Ci sono quartieri che soffrono più di altri, no? È ovvio. Ad esempio noi per i minori siamo purtroppo i primi. Vuol dire che noi abbiamo in proporzione più minori di tutti in condizioni disagiate e dunque a carico dei servizi della Municipalità. E abbiamo anche il maggior numero di minori ricoverati in strutture esterne, con il paradosso che già ad inizio anno sappiamo che il Comune non ci darà quattrini sufficienti a pagare le rette per quei minori. E il numero dei ragazzi purtroppo aumenta. E i soldi sono sempre quelli. Non si può andare avanti così. Lo dico perchè abbiamo tutte le avvisaglie dell’assalto. Fra un po’ avremo la coda dei cittadini fuori dalla porta. E noi dobbiamo offrire percorsi di recupero e non solo soldi, altrimenti salta tutto il meccanismo. Se i cittadini pensano che tutto sia dovuto e che i servizi sociali sono un bancomat, il Comune e le Municipalità saranno sempre più in difficoltà. Anzi, saranno sommerse dalle richieste. Noi offriamo servizi non quattrini. I soldi sono un mezzo per risolvere i problemi, non bisogna dimenticarlo. Per questo è indispensabile che siano usati bene».

Fonte: www.gazzettino.it

venerdì 22 ottobre 2010

Housing sociale in regione

Venticinque milioni di euro, per il 40 per cento a carico di un fondo nazionale per gli immobili, per costruire 500 alloggi, che soddisferanno le esigenze abitative di qualche migliaio di cittadini della nostra regione. 

Sono questi i numeri dell'housing sociale illustrato dall'assessore regionale all'Edilizia, Elio De Anna, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Udine. L'incontro è stato voluto dall'esponente della Giunta Tondo all'indomani di un vertice a Roma con il sottosegretario, Mario Mantovani, con delega alle politiche abitative.

Il progetto, che potrebbe prendere il via già dal 2011, si basa su diversi presupposti. Il primo è quello di dare risposta all'esigenza abitativa di coloro che si trovano nella fascia intermedia di reddito. In particolar modo di coloro che hanno necessità di acquisire una dimora, ma non sono in grado di affrontare il costo e le garanzie di un mutuo.

Il secondo è quello di dare vita a un lavoro di squadra che vedrà coinvolti, da un lato, il fondo immobiliare nazionale (che ha a disposizione 2 miliardi di euro), e, dall'altro, le tre Fondazioni bancarie del Friuli Venezia Giulia, il privato e il pubblico. L'intento è quello di partire per la nostra regione, da un budget pari a 25 milioni di euro, di cui il 40 per cento della Cassa Depositi e Prestiti a livello nazionale. Il 60 per cento sarà a carico invece di tutti gli altri operatori tra cui anche la Regione e i Comuni.

Le amministrazioni locali - da parte loro - sono chiamate, se lo vogliono, a mettere a disposizione del fondo immobiliare i beni demaniali dimessi (o almeno una loro parte) quali ad esempio le caserme. Tutto ciò servirà alla realizzazione di 500 alloggi, dislocati soprattutto nei grandi centri urbani della nostra regione, senza dimenticare però le realtà minori.
"La novità di questo housing sociale - ha spiegato l'assessore De Anna - è il fatto che il progetto sarà un volano per rilanciare l'economia e in particolare il settore dell'edilizia. Ma ciò avverrà non completamente a carico dell'ente pubblico, ma con una compartecipazione che veda coinvolti più attori protagonisti, sul modello di quanto sta già avvenendo a Parma. Il fondo regionale, al momento, non è stato ancora costituito ma abbiamo sondato il terreno constatando che c'è molto interesse. Ed è per questa ragione che il presidente Tondo a breve incontrerà i presidenti delle tre Fondazioni bancarie del Friuli Venezia Giulia".

Un passaggio dell'intervento dell'assessore è stato poi dedicato all'interessamento dei privati all'housing sociale: "In un progetto diverso, in cui è stato emesso un bando per sostenere l'attività delle Ater nella costruzione di alloggi in Friuli Venezia Giulia - ha affermato De Anna - hanno risposto tre privati. Ciò dimostra che esiste l'interesse verso questo modo di operare in forma di compartecipazione. Posso quindi immaginare che anche per l'housing sociale ci possa essere una loro tangibile presenza".

Infine l'assessore ha voluto lanciare un messaggio ai giovani: "Mi rivolgo a loro dicendo che la Regione è al loro fianco e cercherà sia con questo progetto che con molte altre iniziative, di dare vita a dei percorsi che permettano alle nuove generazioni di entrare in possesso di una casa. Un bene, questo, che fa parte della nostra cultura ma che è un valore insieme alla famiglia e al risparmio".
 

mercoledì 20 ottobre 2010

Cosa devi tener in conto quando affitti un apartamento

Cuando cerchi un apartamento in affitto, la cosa più importante è che la casa ti piaccia, però non ci si può far trascinare salo da questo. Bisogna considerare anche altri fattori che hanno a che fare con la qualità, la sicurezza e la soliditá dell’appartamento e dell’edificio.

• Prima di entrare devi osservare l’aspetto generale dell’edificio o della casa in questione,  e se ci sono deficenze nei marciapiedi o nell’illuminazione.

In più, puoi chiedere al Comune informazioni sulle previsioni di dotazione di attività commerciali, aree verdi, scuole e quando saranno eseguite. 

Accesso alla casa. Se visiti un appartamento, è importante far caso alle dimensione dell’atrio; le dimensioni devono essere in accordo con il numero di appartamenti che comprende l’edificio, in tal modo da permettere il libero acceso dell’utente e che sia sufficentemente spazioso da permettere di entrare ed uscire comodamente. Dall’altra parte, l’atrio deve disporre di un sistema di chiusura che protegga la sicurezza dei vicini.

Rifiniture interiori. In quanto al parquet, le mattonelle, la pittura, la modanatura ed così via, devono essere di materiale resistente e facile da pulire anche se, chiaramente, devono essere al gunto dell’inquilino. Conviene comprovare lo stato dlle finestre, sia per quel che riguarda l’isolamento termico che per quello acustico.

Orientazione. Una buena orientazione è importante perché permetterà di aprofittare al massimo dell’energia solare sia fornendo illuminazione naturale sia aiutando a climatizzare l’ambiente in inverno.

Ventilazione. La cosa migliore per una casa è che abbia finestre in entrambi i lati per formare ventilazioni incrociate. In ogni caso, l’uso di apparati nei quali si produce combustione, obbliga alla neccesitá di una ventilazione di sicurezza appropriata per l’uscita del fumo, e per tanto devono adempiersi le regole per ogni tipo di combustibile. 

Rumori. Le grandi città sono più rumorose. Se cerchi casa a Roma o a Milano verifica  che il rumore, sia aquello esteriore (del traffico, delle industrie o uffici vicini, bar o locali di ozio) sia quello interiore (degli ascensori, delle tuberie) non sia ecessivo in quanto può risultare molto fastidioso

Servizi ed installazioni comuni. L’edificio può avere installazioni centralizzate o no, come il riscaldamento, acqua calda…ecc.

In questo caso si deve verificare se si dispone di un contatore individuale per calcolare il consumo. Ad ogni modo, ogniqualvolta che l’appartamento visitato abbia riscaldamento è conveniente domandare che classe di energia usa, perchè questo è un fattore che può elevare abbastanza i costi destinati al mantenimento della casa.

Idraulica. Lo stato della fontaneria può essere apprezzato a semplice vista dal funzionamento dei rubinetti, la rapiditá dello scolo e l’esistenza delle corrispondenti chiavi di passaggio. È importante osservare se c’è una buona pressione dell’acqua e se è possibile aprire più rubinetti allo stesso tempo senza perdere pressione.

Installazione eletttrica. I dettagli più importanti da considerare sono i seguenti:

o Si deve verificare se esiste un sistema di scatto ed un interruttore differenziale.
o Verificare il numero di punti luce e la loro distribuione, così come gli interruttori presenti, verificare se sono installati in modo tale che al entrare in una stanza questa si possa illuminare facilmente.
o È necessario verificare se esistono abbastanza prese di corrente per l’installazione di lampade, elettrodomestici, ecc.
o per ragioni di sicurezza nei bagni, gli interruttori ed altri meccanismi non devono potersi raggiungere dalla vasca da bagno.

Garage. Se la casa si affitta con con garage, è importantissimo che si possa vedere per  tenere in conto le sue caratteristiche, la facilità di acceso, la sua grandeza rispetto all’automobile, il bisogno di manovre e se c’è un acceso diretto dalla casa.

È fondamentale notare se nei soffitti, pareti o pavimenti ci siano crepe o umiditá.  Se fosse così, la cosa migliore è consultare un architetto che valuti l’importanza di questi difetti della costruzione. Un’altro aspetto importante quando si sceglie casa ha a che fare con la distribuzione, la superficie, gli spazi di immagazzinamento, ripostigli, armadi, stenditoi, ecc.

lunedì 18 ottobre 2010

Rome e Milano fuori dalle 20 città "del futuro"

Roma e Milano non entrano nelle classifiche delle prime venti città del mondo per innovazione e tecnologia e per sostenibilità. Troppo arretrate in ricerca e sviluppo e nel fornire accesso a internet tramite banda larga, troppo indietro sul fronte dell’eco-compatibilità, del risparmio energetico e della riduzione delle emissione di Co2. L’unica graduatoria che vede ‘vincenti’ la capitale d’Italia e il capoluogo lombardo è quella sull’offerta culturale, dove si trovano rispettivamente al 10° e 12° posto. E’ quanto emerge dal “Global city report 2010”, terzo rapporto internazionale sul futuro delle città promosso da Generali immobiliare e Scenari immobiliari. Secondo lo studio, sul podio delle città più tecnologiche ci sono Stoccolma, Seul e Chicago. Seguite da Boston, Singapore, Hong Kong, ma anche Tokio, Tel Aviv, New York, San Francisco e l’indiana Bangalore. Per l’Europa ci sono anche Londra, Vienna, Parigi, Berlino, Copenhagen e Amsterdam. Ma non l’Italia. “Nonostante i progressi compiuti da alcune città” dello Stivale, si legge nel report, per esempio “il tasso di penetrazione della banda larga nel paese è scarsamente competitivo con il resto del mondo”. Eppure “la domanda è destinata ad aumentare” esponenzialmente, basta pensare che “i dati circolanti su Internet nel 2010 sono superiori di due terzi rispetto a quelli dell’anno precedente, mentre si stima che la capacità della rete mondiale di fibre ottiche, che sostiene tale traffico, raddoppi ogni 18 mesi”.
Altro ‘calice amaro’ riguarda la sostenibilità: prime nella classifica stilata da Scenari Immobiliari sono Toronto, Stoccolma e San Francisco. Poi Copenhagen, Chicago, Friburgo, Helsinki, Melbourne e Oslo. Ma anche Barcellona, Parigi, Londra, Berlino e persino Abu Dhabi. Tutte impegnate a ridurre l’uso delle auto e quello dell’emissione di anidride carbonica, a sviluppare progetti eco-sostenibili nell’edilizia ricorrendo per esempio ai pannelli solari ma anche incentivando la raccolta differenziata. Un settore dove l’Italia invece ha ancora tanta strada da percorrere. Diversa la situazione nella classifica sulle città con la migliore offerta culturale: sul podio spiccano Parigi, Berlino e Bilbao. Seguite da Londra, Francoforte, Chicago, Vienna, New York, Dublino. E poi finalmente Roma, Copenhagen e Milano. Fanalino di coda Mosca e Abu Dhabi, dopo Madrid, Oslo, Barcellona, San Francisco. “Un asse forte dello sviluppo di una grande città è la dotazione di infrastrutture a servizio della cultura, nella quale le città europee sono sempre state vincenti – spiega il report –. Parigi e Londra, ma anche Roma e Milano, mostrano una buona offerta di musei, teatri, multisale cinematografiche, sale per concerti, oltre che una forte propensione alla valorizzazione del proprio patrimonio storico e artistico”. Ma “le infrastrutture – avverte Scenari Immobiliari – devono essere sostenute da un’adeguata politica culturale, che prevede il costante ammodernamento e l’adeguamento degli spazi alla progressiva trasformazione della città e delle esigenze dei cittadini” coniugando “l’innovazione con la tradizione”.
Fonte: ilvelino.it

giovedì 14 ottobre 2010

Il valore dell'immobile aumenta del 45% grazie a metro, centri commerciali e presenza della forza pubblica

Quanto nuovi servizi di zona possono influenzare il valore di un immobile? E quanto frenarne il deprezzamento?  Un’analisi dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it, il sito leader del settore immobiliare online, ha indagato il fenomeno concentrando la sua attenzione soprattutto sull’influenza di nuove stazioni della metropolitana; la costruzione di centri commerciali in contesto urbano e l’insediamento di una stazione delle Forze di Pubblica Sicurezza.

La costruzione di fermate della metro, oltre a offrire una migliore connessione con i poli di attività, si accompagna spesso ad una riqualificazione urbanistica delle aree circostanti. Questo, ha rilevato lo studio, permette rivalutazioni degli immobili che arrivano anche al 45% (Napoli dopo lo sviluppo della linea 1), ma mediamente si attestano su una crescita di valore del 24%.

Lo Studio di Immobiliare.it ha preso in esame diverse città campione, fra di esse anche Torino dove, tra il 2004 ed il 2006, rispetto ad un aumento medio del 7,2%, in corrispondenza delle 14 fermate della metropolitana realizzate per i Giochi Olimpici invernali, il valore degli immobili è cresciuto in una percentuale compresa fra il 21% (zona stazione Bernini) ed il 36% (zona stazione Pozzo Strada).

Secondo Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it, “Le infrastrutture del trasporto oggi sono arterie vitali per zone e quartieri. In una mobilità cittadina sempre più caotica e costosa, gli assi di trasposto metropolitano diventano fondamentali per la vivibilità dell’area.”

Oltre ai servizi di mobilità, l’analisi si è concentrata anche sugli effetti causati dall’apertura di un nuovo centro commerciale. L’Ufficio Studi di Immobiliare.it ha valutato l’impatto su Milano di quello realizzato al quartiere Portello; questo importante intervento di riqualificazione ha avuto notevoli riflessi sull’andamento dei prezzi degli immobili nella zona con un incremento in costante crescita; dal 2004, anno di  apertura del centro commerciale, al 2010 la variazione dei prezzi è stata del + 45%.

Continua Giordano: “I centri commerciali diventano occasioni di recupero estetico ed urbanistico. Si tratta di grandi opere di architettura moderna affidate ad architetti di fama non più solo funzionali alle esigenze commerciali ma opere simbolo.”

Secondo l’analisi condotta dal portale, uno dei primi requisiti che gli italiani vogliono dalla loro casa è la sicurezza. Per questo motivo Immobiliare.it ha analizzato l’impatto sui prezzi della costruzione di una Caserma delle Forze dell’Ordine.

È stato considerato il caso del quartiere di Calatafimi a Palermo, dove la realizzazione della locale stazione dei Carabinieri è riuscita a frenare il deprezzamento degli immobili della zona del 15% esemplificando come la presenza della stazione dei Carabinieri aumenti di valore gli immobili vicini perché asseconda in maniera concreta il bisogno di sicurezza dei cittadini.    


Lo studio condotto da Immobiliare.it ha evidenziato anche altre caratteristiche importanti per classificare le preferenze degli italiani impegnati nell’acquisto di una nuova casa. Oltre a quelle già citate e come è prevedibile, il prezzo, i principali parametri di ricerca e valutazione sono risultati essere la comodità (facilità di parcheggio e negozi vicini) e la presenza di servizi per i bambini (scuole, ma anche aree gioco).

Proprio alla luce della grande attenzione che chi cerca casa pone nella valutazione dei servizi di zona, da qualche tempo Immobiliare.it ha integrato tutte le schede degli oltre 2 milioni e mezzo di annunci disponibili sul sito con le mappe in cui è possibile visualizzare non solo linee di trasporto urbano, centri commerciali e posti di pubblica sicurezza, ma anche, ad esempio, scuole, farmacie, parcheggi e persino aree di connessione wi-fi.

“L’introduzione di queste caratteristiche nelle schede di vendita”, ha continuato Giordano, “ ci ha permesso di capire ancora meglio quali siano i parametri di valutazione nella scelta di un immobile. Gli italiani cercano la sicurezza, ma anche aree di verde pubblico e, soprattutto, la comodità di avere parcheggi sotto casa e scuola vicina per i figli.”

mercoledì 13 ottobre 2010

Roma, declino della dinastia Sensi: Villa Pacelli in affitto

Franco Sensi ci aveva concluso gli affari più importanti della Roma dello scudetto. Procuratori e giocatori facevano anticamera per firmare i contratti col presidente giallorosso.
Ora Villa Pacelli è finita negli annunci immobiliari, come altre proprietà dei Sensi passate a Unicredit in base all’accordo firmato il 26 luglio.

Un pezzo di Roma che non c’è più, un’epoca sempre più lontana in attesa che il club giallorosso venga acquistato da imprenditori disposti a rilanciare le ambizioni della squadra di Ranieri.

venerdì 8 ottobre 2010

Parma: mercato immobiliare in calo nel primo semestre del 2009 (-0,9%)

Nel corso del primo semestre 2009 il mercato immobiliare di Parma ha fatto registrare un andamento negativo (-0.9%). E' quanto emerge dalla rilevazione effettuata dall'ufficio studi Tecnocasa.

I prezzi degli immobili in città variano in modo piuttosto consistente a seconda dei quartieri presi in esame.

Gli immobili di standing piú elevato sono quelli ubicati a Cittadella e Via Farini. In queste zone i compratori sono in prevalenza persone che acquistano a scopo d'investimento sia immobili a scopo abitativo che ad uso uffici oppure famiglie che desiderano migliorare la qualità dell'immobile. Gli immobili piú richiesti in queste due aree sono trilocali e immobili con dimensioni di almeno 150 mq.

In queste aree fa registrare una buona tenuta il mercato delle locazioni, grazie alla domanda proveniente dagli studenti dell'Università e dei futuri dipendenti dell'Authority alimentare. Il canone mensile medio d'affitto per un bilocale di circa 60 mq. è di circa 750 euro.

Se la scelta ricade sull'acquisto la spesa media si aggira tra i 6500 e i 7000 euro a metro quadro per un immobile nuovo, che scendono a circa 4000 euro a metro quadro se la scelta ricade invece su un immobile usato.

In zona semicentrale, nel quartiere residenziale Sidoli, si trovano degli immobili dell'ex Istituto Autonomo delle Case Popolari che, dopo essere stati riscattati vengono venduti a quotazioni che variano tra i 1700 e i 1800 al metro quadro. Per chi desidera soluzioni piú

prestigiose nel quartiere si trovano immobili realizzati in edilizia residenziali e villette a schiera, i cui prezzi si aggirano sui 500mila euro. Nel poco distante quartiere Picasso, i prezzi al metro quadro per gli immobili usati oscillano tra i 2200 e i 2400 euro mentre vicino al quartiere Montebello le quotazioni richieste per i nuovi immobili variano tra i 3500 e i 4000 euro a metro quadro.

Nei quartieri Sidoli, Picasso e nell'area attorno a via Lepido nel corso del primo semestre si è registrata una diminuzione delle transazioni per gli immobili con un valore compreso tra i 150 e i 200 mila euro e tra i 250 e i 400mila euro.

In periferia, nei quartieri Baganzola, Vicomero e Fognano il mercato ha dato segnali di ripresa, grazie alla discesa delle quotazioni degli immobili. In queste aree la tipologia di immobile piu' richiesta è il trilocale.

La domanda per il quartiere Baganzona si mantiene sostenuta, grazie anche alla vicinanza rispetto all'ospedale della città e ai buoni servizi. Si tratta di un quartiere che si è sviluppato nel corso degli ultimi cinque anni e che offre diversi tipi di soluzioni, che variano dagli appartamenti a case a schiera e indipendenti. Il costo al metro quadro per un immobile usato varia tra i 1800 e i 1850 euro.

Il quartiere di Fognano, situato in posizione piú periferica rispetto a Baganzola, si trovano numerose soluzioni indipendenti, i cui prezzi partono dai 250'000 euro. Nel quartiere sono inoltre in costruzione diversi immobili di lusso 

mercoledì 6 ottobre 2010

Tornano i contributi per pagare l'affitto in San Benedetto del Tronto

Come ogni anno, il Comune di San Benedetto del Toronto ha pubblicato il bando per concorrere all’erogazione di contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione (affitti) eccessivamente onerosi rispetto al reddito familiare.

Possono presentare domanda tutti i cittadini che:
a) siano in possesso di un contratto di locazione registrato per un alloggio di civile abitazione, di proprietà privata, comunque non soggetto alla generale disciplina degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, iscritto al N.C.E.U., che non sia classificato nelle categorie A1, A8 e A9;
b) che paghino un canone mensile di locazione, al netto degli oneri accessori:
- non superiore a € 600,00 per i nuclei familiari con meno di 5 componenti ;
- non superiore a € 700,00 per i nuclei familiari con numero di componenti pari o superiore a 5;
c) abbiano la cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all’Unione Europea. Anche i cittadini di altri Stati possono fare domanda, purché titolari di carta di soggiorno ovvero di permesso di soggiorno. Gli immigrati dovranno altresì essere in possesso del certificato storico di residenza da almeno dieci anni nel territorio nazionale ovvero da almeno cinque anni nella medesima regione (le domande di cittadini extracomunitari privi di questi requisiti saranno finanziate esclusivamente con fondi comunali nel limite delle risorse disponibili).
d) siano residenti a San Benedetto del Tronto nell’alloggio per il quale si chiede il contributo;
e) non siano titolari del diritto di proprietà su tutto il territorio nazionale, comproprietà, usufrutto, uso o abitazione su un alloggio adeguato alle esigenze del nucleo stesso, ai sensi dell’art. 2 della L.R. 36/2005 .
I requisiti indicati ai punti d) ed e) debbono essere posseduti dal richiedente e da tutti i componenti il nucleo familiare.
La capacità economico-patrimoniale del nucleo familiare del richiedente (valori desunti dai redditi prodotti nell’anno 2009) determinata dall’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) dà origine a due fasce distinte:
- Fascia “A” (maggiore entità del contributo) - valore ISEE non superiore a € 5.349,89 (importo annuo dell’assegno sociale INPS 2010) con incidenza canone annuo/valore ISEE non inferiore al 30%;
- Fascia “B” - valore ISEE non superiore a € 10.699,78 (importo annuo di due assegni sociali INPS 2010) con incidenza canone annuo/valore ISEE non inferiore al 40%.
Il limite del valore ISEE è incrementato del 25% per determinate debolezze sociali riportate nel bando integrale.
La domanda dovrà essere presentata all’ufficio Protocollo del Comune entro le ore 12 del giorno 29 ottobre 2010 (in caso di trasmissione tramite raccomandata, farà fede la data del timbro postale di spedizione).

Fonte: Vivereascoli.i

mercoledì 29 settembre 2010

Immobili a Madrid, è tempo di muoversi

Finitti i tempi della bolla speculativa, cominciano quelli dei veri affari. Perché i prezi delle case non sono mai stati così - fino al 40% in meno rispetto al 2007. E perchè Madrid non ha mai investito tanto sulla rinascita dei barrios.
Li chiamano los chollos e sono gli affari del mercato immobiliare che di questi tempi sembrano abbondare in tutta la Spagna e, sorprendentemente, anche nella capitale. Che la penisola iberica non goda di buona salute nell'area del mattone non è un mistero per nessuno: il settore, nonostante una lieve ripresa delle vendite intorno ai mesi estivi, è praticamente in ginocchio e si sta ancora leccando le ferite aperte dall'esplosione della nota bolla immobiliare, che da almeno due anni paralizza prezzi e vendite. Questo significa però anche che, sul fronte dei prezzi, si può tranquillamente parlare di un immobiliare low cost, con ribassi e offerte che fioccano da parte dei diversi attori.

Chi fosse a caccia di un pied-à-terre all'ombra del Prado, non può prescindere oggi da una visita nei siti dei principali istituti bancari i quali, per l'occasione, hanno aperto persino sportelli immobiliari on line per smaltire i numerosi alloggi nuovi che privati e costruttori sono stati obbligati a cedere per problemi di insolvenza. I prezzi, per così dire aggiustati, possono arrivare al 40 per cento in meno rispetto al 2007

martedì 28 settembre 2010

Burberry prende in affitto un ampio locale a New York

La società di investimento immobiliare Beck Street Capital annuncia che Bruberry ha firmato un contratto di affitto di 10 anni per gli spazi commerciali di un suo edificio ai civici 367-369 di Bleeckel Street, New York. Il palazzo è stato acquisato dal gruppo nel 2004, per essere convertito in condominio di lusso due anni dopo.

Al piano terra ci sono alcune grandi vetrini, con 50 metri di facciata sulla celebre strada. Poi c'è l'ampio interrato, per la vendita o lo stoccaggio della merce. Il complesso si trova in una posizione pittoresca e di grandi interesse, nel cuore dell'angolo migliore del West Village.

Nelle vicinanze ci sono le boutique di molti rivenditori noti al grande pubblico, come Ralph Lauren, Michael Kors e Marc Jacobs. Qui il luxury bran britannico potrà godere di una location di grande effetto per i suoi prodotti.

lunedì 20 settembre 2010

Housing sociale, dalle Casse private in arrivo 300 milioni

Circa 300 milioni di euro per l’housing sociale: è la somma che investiranno nei prossimi anni le casse di previdenza private. L’annuncio è arrivato ieri durante l’incontro tra l’Adepp (Associazione che raccoglie 20 Casse privatizzate) e i ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, del Lavoro, Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Presenti anche il ragioniere generale dello Stato e dal direttore generale del Tesoro.
Tra settembre e ottobre è prevista la messa all’ordine del giorno dei consigli di amministrazione degli enti dell’Housing sociale, per il quale l’importo dell’investimento dovrebbe aggirarsi sui 300 milioni in totale.

Limiti all’autonomia degli enti

Ma il primo tra i temi affrontati nell’incontro di ieri è stato quello della interpretazione dell’articolo 8, comma 15 della recente Finanziaria (Dl 78/2010) sui limiti all’autonomia degli enti. A questo proposito è di prossima emanazione – la bozza definitiva sarà pronta a fine mese – un decreto interministeriale che chiarirà l’assenza di un’autorizzazione preventiva dei ministeri vigilanti su ogni singola operazione immobiliare, riconducendo il controllo all’interno della vigilanza sulle masse finanziarie in gioco. “In aggiunta alle informazioni che già diamo ai ministeri vigilanti – ha spiegato il presidente dell’Adepp, Andrea Camporese – comunicheremo anche le tipologie di investimento che intendiamo fare, se mobiliare o immobiliare, e nel caso di disinvestimenti immobiliari come saranno impiegate le somme disinvestite”. Sarà quindi effettuato un controllo sulla massa degli immobili, a partire dai dati di bilancio di ogni cassa.

Contenimento della spesa per la PA

Altro nodo sollevato dall’Adepp è la possibile estensione al sistema della previdenza privatizzata dei contenimenti di spesa previsti dalla Finanziaria per il personale della Pubblica Amministrazione. “È nostra convinzione – ha dichiarato Camporese – che quelle norme non siano applicabili ai nostri dipendenti. Contiamo di poter argomentare le nostre ragioni sul piano giuridico per superare eventuali perplessità. Il fatto che i ministri Tremonti, Sacconi e Matteoli ci abbiano dato assicurazioni sull’apertura di un dialogo permanente rappresenta una rilevante speranza per il nostro futuro”. Infine, durante l’incontro Adepp ha ottenuto garanzie sulle procedure e sui tempi di approvazione delle delibere delle Casse.

Fonte: casaeclima

mercoledì 15 settembre 2010

L’architettura Dinamica. Il manifestó di Dubai di David Fisher con la sua Torre Rotante

E' iniziata a Dubai negli Emirati Arabi, che già pullula di architetture futuribili, la costruzione di un grattacielo dai piani rotanti. Progettata dallo studio David Fisher di Firenze, la Rotating Tower, è un importante passo avanti per l’architettura futuribile, dell’arte di costruire che cerca di reinterpretare l’essenza dei nostri tempi. Quello che caratterizza questa torre sono i 59 piani del grattacielo completamente indipendenti tra loro.

Ogni piano, infatti, può ruotare di 360° soddisfacendo qualunque desiderio del cliente facendo mutare, senza sosta, la forma dell’edificio. Possiamo per questo considerare Rotating Tower un capolavoro dell’architettura dinamica. Un progetto rivoluzionario che solo Dubai poteva permettersi. Rotating Tower garantisce un’ottima resistenza in caso di terremoto e offre la possibilità di posizionare in una giusta direzione i piani in caso di uragano
Inoltre, il movimento della torre, è garantito da energia eolica e solare. Grazie a questo sistema, ogni appartamento potrà produrre l’energia necessaria e ne avrà in abbondanza anche per poterla vendere. Secondo i calcoli dei progettisti il grattacielo riuscirebbe a produrre 190 milioni di kilowatt annui di energia equivalenti a 7 milioni di euro.



Fonte: multiutility.biz