giovedì 25 novembre 2010

Cresce la domanda in affitto

A Roma un affitto costa in media da 30 a 80 euro in più che nel capoluogo lombardo, con i canoni che in entrambe le città si aggirano intorno ai mille euro mensili (987 euro il prezzo medio per un appartamento arredato in affitto a Roma e 957 euro a Milano). Con prezzi inferiori del 30% e oltre seguono Firenze (700 euro), Venezia (686 euro) e Napoli (616 euro). Le città capoluogo più economiche risultano Catanzaro (435 euro mensili), Campobasso (458 euro) e Perugia (482 euro).

In Italia il canone medio mensile di un'abitazione di 80 mq è di 526 euro nei comuni capoluoghi di provincia e di 306 euro nei restanti comuni (fonte: Nomisma).
In merito ai canoni praticati sul libero mercato, i comuni del Centro Italia sono quelli che fanno registrare i valori maggiori. Ad incidere sono soprattutto i mercati della Toscana assieme a quello della Capitale (anche se si esclude il mercato di Roma dalla media, il centro mantiene ancora il suo primato tra le circoscrizioni).
Circa il 60% delle famiglie versa canoni mensili compresi fra i 250 ed i 700 euro con una ripartizione pressoché analoga fra i tre range di valore dati (250-400 euro, 401-500 euro, 501-700 euro). Segue poi l'intervallo 700-1.000 euro che raccoglie il 17,4% delle famiglie, lasciando ruoli più che marginali ad importi superiori.

Il tempo medio per affittare in estrema sintesi è in media di quasi 2 mesi e mezzo per locare un appartamento, ma si va dai due mesi se la casa si trova nelle zone semicentrali della città, sino a oltre 3 se l'abitazione è in zona di pregio. Se ci riferiamo alle abitazioni nuove, i tempi medi necessari per locare una abitazione si riducono a circa un mese e mezzo.

Tra i livelli di gradimento rispetto ad alcune caratteristiche aggiuntive delle abitazioni in locazione è ancora basso l'appeal per le abitazioni efficienti sotto il profilo dei consumi energetici, mentre è assai apprezzata la presenza di posto auto oltre che di arredamento nell'appartamento, opzioni su cui, come si è visto, il mercato dà un premio quasi del 10% rispetto ad una abitazione che ne è priva. Di medio gradimento, infine, risultano essere le connessioni internet e la vicinanza a linee di trasporto pubblico.

Andare in affitto è anche diventato meno caro: nel primo semestre del 2010 il canone medio in Italia è calato dell'1,9%, con picchi del 3% in caso di abitazioni con garage. La riduzione dei costi è stata più evidente a Cagliari, Genova e Napoli, mentre si sono mosse in controtendenza Ancona, Trento e Roma, che hanno registrato gli incrementi maggiori. Il capoluogo sardo ha messo a segno una flessione da record, con i prezzi che nei primi sei mesi dell'anno sono stati mediamente più bassi del 10,7% rispetto allo stesso
periodo del 2009. Il calo a Genova è stato invece dell'8,3% e a Napoli del 7,6%; Bari ha registrato ribassi nell'ordine del 6,6% e Bologna del 6%. Meno evidente la riduzione di prezzi a Milano (-1,1%), Venezia (-1,2%) e Firenze (-1,4%). Sul fronte opposto, è sempre più costoso vivere ad Ancona (+5,2%), Trento (+4,1%) e Roma (+3,6%); aumentati di circa l'1% gli affitti a Palermo e Torino.

lunedì 15 novembre 2010

Il affitto meno caro rispetto al 2009

Il canone d’affitto è meno caro rispetto al 2009. Lo rivela una indagine di Nomisma in collaborazione con la rivista Solo Affitti. Secondo i dati pubblicati l’affitto casa costerebbe quasi il 10% in meno rispetto allo scorso anno. Sono più economiche le locazioni a Genova (8,3%) e a Napoli (7,6%); Bari ( 6,6%) e Bologna (6%). L’affitto nelle grandi città come Venezia e Milano rimane pressochè invariato o con ribassi intorno al 1%. Difficilmente, in questo caso, si percepisce la differenza positiva sul portafoglio. In aumento il costo dell’affitto ad Ancona (+5%) e a Roma (3.5%), quest’ultima in assoluto fra le città più care in fatto di affitti.


Mentre molti si chiedono se valga la pena affittare o comprare casa di questi tempi, vediamo più nel dettaglio quali sarebbero i costi indicativi per una casa in locazione e chi è, fra gli italiani, che affitta un immobile. Affittare a Roma e Milano un appartamento medio costa al mese circa 1000 euro (con una differenza di 50 euro a favore di Milano che è più economica). A Firenze servono 700 euro, a Venezia poco più di 650, a Napoli 600. Le città con affitti low-cost si trovano al sud: Catanzaro (430 euro), Campobasso (450) ma anche Perugia con poco meno di 500 euro al mese propone affitti abbordabili.

Chi è che cerca casa in affitto? Solitamente coppie giovani senza figli, persone separate, extracomunitari e single. Ma soprattutto studenti universitari fuori sede. Trovare la casa in locazione è abbastanza semplice e veloce: sempre secondo la ricerca di Nomisma e Solo Affitti basterebbe un mese e mezzo di ricerche per gli appartamenti nuovi. Per case già usate servirebbe un po’ di più: 2 mesi e mezzo circa.

lunedì 8 novembre 2010

I vantaggi dell'affitto

Affittare ha i suoi vantaggi, dicevamo. Se ad esempio non avete necessità, oppure siete disponibili a vivere in case piccole o fuori città, oppure siete riusciti ad avere una casa a equo canone, da un punto di vista finanziario riuscirete a mettere da parte più denaro per il vostro investimento mobiliare.

Sempre da questo punto di vista, non avere impegnato buona parte dei propri averi in una casa renderà la gestione della vostra situazione finanziaria molto più flessibile.

Come affittuario, avrete anche meno preoccupazioni in merito all’andamento della proprietà, sia a livello di impegno, sia a livello finanziario, visto che buona parte delle spese sono a carico del padrone di casa e non dell’inquilino.

Allo stesso modo avrete molto più margine di manovra rispetto a decisioni importanti della vostra vita che comportino un mutamento della vostra situazione immobiliare:
  1. cambiamento della città in cui si lavora;
  2. matrimonio;
  3. arrivo di un altro figlio…
Il costo a lungo permine dell'affitto

Quando si analizzano le cifre per fare il paragone tra affitto e acquisto, si scopre che possedere non è così costoso come sembra, e che magari costa poco più che affittare.

Ma non si può ovviamente trarre una conclusione da questa osservazione che, prima di tutto, è statica.

Infatti nel corso del tempo se il mutuo è a tasso fisso la rata non varierà, e le uniche voci che cambieranno saranno le tasse, l‘assicurazione e le spese di manutenzione; mentre l’affitto è soggetto a variazioni ogni anno, e quindi nel corso di 10, 20 o 30 anni la situazione è destinata a modificarsi drasticamente, soprattutto a causa dell’inflazione.

E in ogni caso, mentre alla fine di un lungo periodo di affitto non avrete nulla di vostro, alla fine del mutuo, anche se magari con maggiori sacrifici, avrete la vostra casa di proprietà.
Fonte: Soldionline.it

giovedì 4 novembre 2010

Il affitto costa 77% in più rispetto al 2001

L’affitto di una casa e i costi di mantenimento, in 9 anni sono aumentati del 77%. Lo rivela uno studio comparativo di Federconsumatori che mette a confronto il costo dell’affitto nel 2001 e nel 2010. Lo studio si basa su una casa in affitto di 90 metri quadrati in una zona semicentrale di una grande città, come Roma o Milano. Dall’analisi sono escluse le case vacanze.

Dal 2001 al 2010, quindi, i costi degli appartamenti in affitto sono lievitati: se 9 anni fa l’affitto mensile costava 650 euro, adesso ce ne vogliono – per lo stesso appartamento – ben 1.114. Sono aumentate anche le bollette, che hanno inciso per il 3% sull’aumento del canone di affitto: luce e gas costano di più (fino al 40%) e anche la tariffa della nettezza urbana (Tarsu) è passata dai 15 ai 25 euro in nove anni. Rincari anche per il riscaldamento domesticto, sopratutto se centralizzato. 

Anche i costi di manutenzione ordinaria sono aumentati, passando da poco più di 3 euro al mese agli attuali 14 euro. Unica voce in calo, le spese per la bolletta telefonica, scesa del 15% in 9 anni.

In definitiva, l’affitto di casa nel 2001, comprese le spese, arrivava a 848 euro/mese, mentre adesso, per lo stesso appartamento in affitto, di euro ne servono 1498, il 77% in più.

Per le case in vendita gli aumenti sono stati più contenuti: tra il mutuo casa e le bollette, nel 2001 si spendevano 730 euro al mese. Nel 2010, nonostante sulla prima casa non ci sia più l’ICI da due anni, per la casa di proprietà si spedondo 907 euro al mese, il 24% in più.

Le voci di spesa più salate sono il condominio (da 43 a 78 euro, aumento del 81%) e l’acqua (da 16 a 27 euro, aumento del 69%). Oltre, ovviamente, all’aumento di oltre il 100% della Tarsu.
Fonte: Nano Press

martedì 2 novembre 2010

Casa di Montecarlo, la firma del proprietario è uguale a quella dell’inquilino (Tulliani). E’ scritto nella richiesta di archiviazione dei pm romani

Lo scandalo della casa di Montecarlo continua a svelare nuovi risvolti, nonostante la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma. Infatti, nelle stesse carte con le quali i giudici romani chiedono l’archiviazione, ad un certo punto viene precisato che sotto il contratto d’affitto, le firme del locatore e del locatario «appaiono identiche». Il particolare, messo in rilievo da Lavinia Di Gianvito sul Corriere della Sera, sembra confermare il dubbio che Tulliani sia in realtà il proprietario dell’appartamento o quanto meno agisca in nome e per conto e in perfetta sintonia col proprietario.

Questo, osserva il Corriere, anche se l’inchiesta non ha tenuto conto del ruolo di Gianfranco Tulliani, «cognato» di Fini e inquilino dell’appartamento, “nella richiesta di archiviazione si precisa che, sotto il contratto d’affitto, le firme del locatore e del locatario «appaiono identiche»”.
Rincara la dosa il Giornale dei Berlusconi:

“Tra i documenti acquisiti dai pm, infatti, c’è anche il famoso contratto d’affitto tra il «cognato» Giancarlo Tulliani e la seconda società off-shore che ha comprato l’appartamento donato dalla contessa Colleoni ad An. E Tulliani quell’atto lo firma due volte: come affittuario e come proprietario dell’immobile.

“Nessun dubbio. Lo scrivono gli stessi magistrati capitolini: «Il contratto di locazione intervenuto tra il locatore Timara Ltd, priva della indicazione della persona fisica che la rappresentava, e il locatario Giancarlo Tulliani reca sotto le diciture “locatore” e “locatario”due firme che appaiono identiche, così come quelle apposte sulla clausola integrativa recante la data 24/2/2009, allegata al contratto».

“Linguaggio burocratico e un po’ sgrammaticato, ma chiaro: il «cognatino» ha firmato per sé e per la Timara”.
Sul Corriere, la Di Gianvito osserva anche che la Procura capitolina ha iscritto Gianfranco Fini nel registro degli indagati lo stesso giorno in cui “ha chiesto l’archiviazione dell’accusa appena contestata” (cioé il 26 ottobre). La rapidità con cui è stata vagliata la posizione del presidente della Camera, osserva la cronista del Corriere, “rischia di ridestare le polemiche, anche perché, finora, era emerso che Fini era stato iscritto quando il Principato di Monaco aveva inviato i documenti della rogatoria-bis, il 13 ottobre”.

Nella documentazione raccolta dai magistrati, osserva Di Gianvito, c’è anche un interrogatorio del senatore Francesco Pontone, ex segretario amministrativo di An. Pontone riferì l’interesse mostrato dal presidente della Camera nei confronti della vendita della casa: “Tra la fine di giugno e luglio 2008 il presidente Fini mi contattò per dirmi che l’appartamento di Montecarlo si vendeva e che il prezzo era di 300 mila euro. Mi precisò che la signora Rita Marino, sua segretaria particolare, mi avrebbe comunicato il giorno in cui mi sarei dovuto recare a sottoscrivere l’atto di compravendita. Io, fino al momento della stipula del contratto, non ho saputo chi fosse l’acquirente”.

Anche sulla quotazione di 300 mila euro al momento della cessione alla Printemps, prosegue l’articolo, “emerge una contraddizione”: «L’onorevole Donato Lamorte – riferisce ancora Pontone il 14 settembre – mi disse che era stato richiesto dal presidente Fini di un parere sul valore dell’immobile, in quanto Lamorte era esperto in materia perché geometra e, in passato, immobiliarista». Ma il deputato, interrogato il giorno successivo, alla domanda: «Lei ha esperienza nella valutazione degli immobili?», dà una risposta forse inattesa. «Certamente no – assicura – Ho espletato la mia attività professionale, in qualità di geometra, alla Società generale immobiliare di utilità pubblica e agricola con sede in Roma per 32 anni circa”.

Un articolo di Massimo Malpica e Gian Marco Chiocci, pubblicato sul Giornale, ha rivelato altri dettagli del faldone della Procura sulla richiesta di archiviazione. In particolare, i due giornalisti si chiedono come mai Giancarlo Tulliani non sia stato ascoltato come persona informata sui fatti, visto che i giudici romani lo avevano seguito per un po’ di tempo. In particolare, spiegano Chiocci e Malpica, i pm avevano scoperto (grazie a una relazione della Guardia di Finanza) dei bonifici “sospetti” effettuati dal conto italiano di Tulliani a quello monegasco: “Si rappresenta che Tulliani Giancarlo – scrive la Gdf – risulta segnalato dall’intermediario Unicredit Banca di Roma per aver effettuato il trasferimento di capitali all’estero in data 23.2.2009 per 25mila euro, in data 25.2.2009 per 25mila euro, e in data 4.3.2009 per 20mila euro, ossia nel periodo intercorrente tra la stipula del contratto di locazione con la Timara ltd, avvenuta il 30.1.2009, e l’autorizzazione da parte dell’amministratore del condominio all’effettuazione dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento in data 30.7.2009 e 3.11.2009″.